Tra una fiducia e l’altra, il letargico premier va faticosamente avanti con gran pena degli italiani di buon senso.
Esempio lampante la Finanziaria 2008.
Le famose buone notizie che Prodi aveva promesso si sono rapidamente trasformate in 213 articoli grazie ai quali la spesa salirà di almeno un miliardo di euro ed il tanto agognato slancio all’economia resterà una chimera.
In questi drammatici due anni abbiamo solo assistito ad un aumento spropositato delle tasse, delle leggi e della spesa pubblica senza un minimo di strategia per il paese.
Un disastro.
In più, tra le pieghe della Finanziaria, vi è uno “scherzetto” che il ministro Bersani ha voluto fare all’Isvap (autorità di controllo sulle assicurazioni) a scapito del governatore della Banca d’Italia, Draghi.
Combinazione però questa mossa ha lo spiacevole sapore di una vendetta.
Farò la solita figura della maligna, ma non posso fingere di dimenticare che fu proprio l’Isvap a ritardare di tre mesi il via libera alla scalata di Giovanni Consorte alla Bnl.
Scalata che poi fallì.
Ai tempi Fassino propose subito l’abolizione dell’Isvap e Bersani si scagliò contro quell’infausto ritardo.
Tra l’altro l’Isvap guidata da Giannini nominato dal centrodestra, aveva colpito le compagnie assicurative con più di cinque milioni di multe per irregolarità di vario genere.
Questo certo non ha fatto amare spassionatamente l’Isvap…
E così è arrivata la vendetta “sinistra” del governo.
Cancellata l’Isvap le funzioni dell’autorità di controllo saranno assegnate alla Banca d’Italia.
Proprio nel momento in cui il buon Draghi sta cercando di ridurre sedi e organici.
Il governo regala alla Banca d’Italia un nuovo fardello e 350 funzionari.
Draghi non ringrazia.
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